Venturina

Si tratta di una località della Val di Cornia, posta nell'alta Maremma livornese, nelle vicinanze del fiume Cornia che sfocia presso Piombino. Il toponimo Venturina risale al 1600, ma si hanno testimonianze umane nei dintorni dell'abitato fin dall'antichità. La località era già conosciuta sia dagli etruschi che dai romani per le sue terme, site nella borgata denominata Caldana (proprio da terra calda). All'epoca romana risale il toponimo Aquae Populoniae. Vi era infatti in suddetta località un piccolo insediamento. Con l'avvento del Medioevo il territorio fu completamente spopolato a beneficio di Campiglia Marittima per la vicinanza delle paludi portatrici di malaria (lago di Piombino e lago di Rimigliano). Le terme furono costruite attorno al cratere termale principale. Le acque termali anticamente conosciute come Aquae Populoniae, sono ricche di zolfo, alcali e terra, e sgorgano da due sorgenti distinte, alla temperatura di 36 °C con una portata di 12.000 litri al minuto. Le terme si estendono su di un'area di circa 60.000 m2 e sono composte da uno stabilimento termale (dove si praticano fanghi, bagni, massaggi, idromassaggi, aerosol e cure estetiche) e da una grande piscina termale. Noti rispettivamente come Bagni di Caldana e laghetto Il Calidario, ricavato dal primitivo invaso delle acque. Mausoleo di Caldana o di Caio Trebazio Mausoleo romano di Caldana L'edificio, sito all'incrocio tra via dei Molini e via Mattarella, risale al I sec. d.C. circa ed è verosimilmente da identificare con un sepolcro monumentale sorto dove un tempo correva l'antica via Aurelia, secondo la consuetudine tipica del mondo romano di collocare le tombe lungo i tratti extraurbani delle strade principali. Del manufatto oggi rimane solo la struttura portante. L'esterno dell'edificio doveva essere interamente rivestito da lastre di marmo, di cui non è rimasta alcuna traccia essendo state asportate in un'epoca indeterminabile. L'apertura alla base del monumento è probabilmente da identificare con il luogo in cui era conservato il sarcofago, oggi scomparso, contenente le ceneri del defunto, sicuramente un personaggio di spicco nella società populoniese di età romana. Il mausoleo è stato attribuito ipoteticamente a Caius Trebatius, un patrizio romano il cui anello-sigillo, oggi non più reperibile, fu trovato nei pressi di Venturina nel 1934. Chiesa della Sacra Famiglia La costruzione della chiesa parrocchiale fu iniziata nel settembre 1922, poi benedetta nel 1934. Nel 1966 venne demolita e riedificata con successiva consacrazione nell'ottobre 1967. L'edificio attuale presenta una struttura a tre navate con le capriate della navata centrale in cemento armato. Al suo interno è conservata una tela del XVII secolo raffigurante la Madonna con bambino, copia dell'immagine venerata nel Santuario di Montenero a Livorno. Oratorio di Santa Lucia È l'edificio religioso più antico di Venturina, risalente al XVI secolo e restaurato nel 2015. Sorge su un piccolo rilievo sopra al Bottaccio, il laghetto di acqua calda originato dalle sorgenti termali oggi comprese nel complesso del centro benessere Calidario. Museo della Civiltà del Lavoro Allestito in un padiglione all'interno dell'area fieristica di Venturina, raccoglie una collezione di strumenti utilizzati per svolgere i lavori che hanno caratterizzato l'attività economica della Val di Cornia a partire dall'Ottocento. Consta di circa 12.000 reperti, tra attrezzi del lavoro contadino e di altri mestieri quali il bottaio, il sellaio, lo stagnino, il rabbigliatore, il fabbro, il carraio. Nel parco pubblico adiacente al museo è esposta una locomotiva modello 835–062 a carbone risalente ai primi anni del Novecento che è stata installata nel parco nel settembre 1994.

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